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Zeno Salimbene - Istituto Tommaso Salvini

Mobilitazioni e proteste nell’Italia degli studenti di oggi

L’avvento del nuovo anno scolastico 2021-2022 ha segnato l’inizio di un periodo di tumulto, che si protrae tutt’ora presso svariate scuole, nella realtà studentesca italiana. Manifestazioni e occupazioni dilagano in tutto il paese con protagonisti gli studenti di molteplici licei occupati tra l’ottobre 2021 e l’anno corrente.

6 ottobre, l’istituto cine-tv Rossellini (Ostiense) rifiuta la proposta di cogestione suggerita dalla dirigente a seguito dell’ occupazione del plesso scolastico. Il collettivo Brancaleone denuncia le condizioni pessime dell’ambiente scolastico, gli studenti asseriscono di aver dovuto fare lezione “in cortile, sotto la pioggia, per mancanza di aule”, versione questa che sarebbe stata contestata dalla preside alla quale gli alunni rimandano varie necessità tra cui la presenza del personale scolastico al completo, il rispetto delle norme di sicurezza degli edifici e una maggiore flessibilità sul tema delle entrate e uscite scaglionate. Tematiche queste, che sono state in seguito riprese anche dalla maggioranza delle scuole che hanno aderito all’occupazione, sostenute dall’Osa (Opposizione studentesca d’alternativa) che ha collaborato alla gestione delle proteste - specialmente rivolte contro il governo Draghi e la superficialità con cui quest’ultimo ha affrontato l’emergenza della pandemia. Anche di ciò infatti si tratta, se in epoca pre-Covid i malfunzionamenti del settore scolastico erano presenti a detta di molti, è facile verificare come nel corso della pandemia, e anche a causa di quest’ultima, realtà come quelle degli spazi troppo angusti delle aule sono state determinanti nella fallacia delle strategie di debellamento del virus. Tra gli altri motivi di protesta il malfunzionamento dei mezzi di trasporto e lo stato poco igienico delle aule, nonché la quasi totale assenza di spazi di supporto psicologico che sarebbero fondamentali per lo studente che oggi rientra nel panorama scolastico, totalmente riadattato alle nuove esigenze, dopo due anni di isolamento. Sono state portate avanti manifestazioni rivolte al ministro Patrizio Bianchi del MIUR in tutta Roma a partire dall’11 ottobre, in una spirale di protesta che, nella maggior parte dei casi, è stata liquidata. È doveroso però chiedersi, a questo punto, perché proprio ora?

Le ragioni sono molteplici, “assenza di supporto psicologico, disuguaglianze e mancanza di pensiero critico nella formazione degli studenti con un conseguente tasso altissimo di abbandono scolastico” sostiene Beatrice, membro cofondatore di Osa Monterotondo, la sezione di Osa che si occupa della mobilitazione dell’omonima provincia romana.



Riflessioni personali:

I movimenti studenteschi non sono però affar nuovo e si ripresentano ciclicamente ogni anno in corrispondenza delle nuove problematiche che la scuola deve affrontare. La generazione di cui faccio parte è figlia di un contesto mediamente agiato e di classi sociali generalmente scolarizzate, nonostante ciò i disguidi e i tumulti che caratterizzavano le proteste studentesche del secolo scorso continuano a ripresentarsi ciclicamente in forme più o meno diverse. Riflettendo sull’innegabile mutamento della struttura sociale – divisa in classi più delineate da caratteristiche sia economiche che socio-culturali – ci si può chiedere se il ripresentarsi di questo tipo di proteste non sia maggiormente legato ad una questione di contrasto generazionale, di ribellione all’autorità insita nella natura giovanile piuttosto che ad una lotta di classe vera e propria. Seguendo questa logica si potrebbe concludere che la ribellione studentesca sia una forma di autodeterminazione del sé giovanile e, in tal caso essa sia destinata a permanere. Con ciò non intendo sottovalutare le problematiche riscontrate dai manifestanti né invalidare il movimento che supporto in prima persona, semplicemente ritengo doveroso porre in luce la dualità della natura di quest’ultimo, che assume un valore sfaccettato e dinamico all’interno di una realtà che è da considerarsi in continuo cambiamento. L’opposizione degli studenti rappresenta un elemento fondamentale della relazione tra scuola e società, un rimando importante di coloro che vivono in prima persona carenze e punti di forza del sistema scolastico.

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